Marco Valeri

Le cose che amiamo ma che ancora non conosciamo

  • Autore: Marco Valeri
  • Pubblicato il: 01-03-2023
  • Ultima modifica: 01-03-2023

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Ieri Caterina mi ha portato al DOCS Rave.

Cos’è il DOCS Rave? Te lo spiego subito.

Per celebrare il raggiungimento di un milione di follower iscritti nel suo canale YouTube, Steven Bartlett ha organizzato una grande festa nella città di Londra.

Chi è Steven Bartlett? Steven Bartlett è un imprenditore britannico, diventato famoso per aver creato Social Chain ma soprattutto per il suo canale Diary of a CEO.

Se non ne hai mai sentito parlare siamo in due, onestamente nemmeno io lo conoscevo prima che Caterina, la mia compagna, arrivasse con due biglietti per il DOCS Rave. A quanto pare qui a Londra ero forse l’unico a non aver mai sentito il suo nome data la sua popolarità, sorry about that…

 

Ma torniamo a questo evento.

Qualche settimana fa Caterina torna con i biglietti di questo party organizzato nella serata di venerdì sera nella città di Londra, in un locale molto noto, il Troxy.

Il mio primo pensiero è stato “cosa c'entriamo noi con un party fatto di dj set e musica elettronica che andrà avanti per tutta la notte”.

Non ho dovuto nemmeno dire quello che stavo pensando che la mia compagna ha esordito con “è una cosa nuova, che di solito non facciamo, sicuro ci divertiamo”.

Conoscevo in qualche modo il motivo per cui Caterina aveva tra le mani quei biglietti dato che uno dei suoi obiettivi per il nuovo anno era fare e sperimentare cose nuove, e questa lo era a tutti gli effetti.

 

Nonostante questo continuavo a pensare a cosa c’entravamo noi con questo evento, un vero e proprio rave nel cuore della notte di Londra.

Io quasi quarant’anni, Caterina di qualche anno più giovane di me. E non è per la nostra età, perché non c’è un'età per andare ad un party del genere, è solo che frequentavamo questo genere di locali prima dei 30 anni, poi ad un certo punto abbiamo smesso di andare.

Insomma, era qualcosa di insolito a cui non avrei mai partecipato per mia volontà, convinto che non mi sarebbe piaciuto, ma i biglietti ormai erano lì e valeva la pena di vivere questa nottata londinese.

 

Siamo arrivati al Troxy che erano le 20:30 circa, faceva un freddo incredibile e fuori dal locale c’era già una notevole fila, tutta ordinata come è nello stile dei londinesi (non finirà mai di stupirmi l’organizzazione di questa città).

Le porte del rave aprivano alle 21 e quindi siamo rimasi più di 30 minuti fuori al freddo.

Intorno a me persone di tutte le età che aspettavano di entrare.

Durante l’attesa mi chiedevo ancora cosa stavamo facendo fuori da un locale come il Troxy.

Mi facevo questa domanda perché io sono una persona molto abitudinaria, con le giornate programmate per inseguire i miei obiettivi.

Mi piace fare e sperimentare cose nuove ma il più delle volte sono legate alla sfera di cose che a grandi linee conosco.

 

Alle 21 e qualche minuto eravamo dentro il locale, musica a tutto volume, gente che ballava ovunque, scenografie e divertimento.

Lo stesso Steven Bartlett si è esibito come dj per circa un’ora, a quanto pare mettere i dischi è una sua passione.

Non pensavo che avremmo potuto passare una serata del genere date le nostre abitudini di coppia e anche personali.

Siamo rientrati con Caterina a casa alle 2 passate, storditi dalla musica ma felici per questa avventura, un nuovo ricordo indelebile che la città di Londra ci ha regalato.

 

La mattina dopo mi sono svegliato ed ho cominciato a mettere nero su bianco questo articolo pensando a quanto non finiamo mai di conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda.

Questa era una lezione che già conoscevo ma che un semplice party con musica elettronica mi ha ricordato, e non tanto per l’evento in sé, ma per come sia bello fare e scoprire nuove cose.

Sia per me che per te, lì fuori ci sono ancora tante cose che non conosciamo e che vale la pena di scoprire e vivere.

E questo aspetto vale davvero per tutto, passioni, luoghi, libri, musica, persone, lavori, fino all’infinità che il mondo ci offre ogni giorno.

Quello che vorrei dirti con questo articolo è che spingerci a fare qualcosa di nuovo, uscendo anche dalla nostra zona di comfort è un modo per alimentare la nostra mente ed anche per trovare nuovi percorsi da intraprendere.

 

Il mondo lì fuori ci offre ogni giorno milioni di opportunità diverse, sta solo a noi decidere di fare un passo nel conoscere qualcosa di nuovo.

Ho parlato più volte nel mio blog personale di come a 30 anni mi sentivo insoddisfatto della mia vita e di come fossi alla ricerca di qualcosa di nuovo, di una strada da seguire, che poi è stata la vita nel mondo dell’informatica, cosa di cui ho parlato in Cambiare vita a 30 anni.

Ho sempre avuto la passione per le nuove tecnologie ma non ho mai scritto una linea di codice fino a 31 anni circa, forse 32.

Ricordo che in quegli anni avevo aperto un mio blog personale in cui scrivevo della mia esperienza di vita a Londra, il cui nome è ViaggIn.

Avevo fatto il sito in WordPress seguendo dei tutorial su YouTube e per guadagnare qualche soldo avevo messo dentro questo blog dei banner pubblicitari tramite la piattaforma Google AdSense.

Dopo qualche settimana dall’apertura del blog, mi arrivò una email da parte di Google che offriva a circa 30 mila persone la possibilità di fare un corso sulla piattaforma Udacity su HTML, CSS e JavaScript, in qualche modo le basi fondamentali che ogni web developer dovrebbe conoscere.

Fino a quel momento non avevo mai considerato l’idea di programmare, era un mondo che non mi aveva mai attratto più di tanto.

Ma il fatto di avere aperto questo blog personale in WordPress, alle volte mi metteva nella condizione di conoscere un po’ di HTML, CSS e JavaScript magari per integrare delle piccole cose che potevano migliorare il sito in sé.

Decisi di applicare per questo corso di Google, che aveva una durata di circa 3 mesi ma era interamente online, quindi lo potevo fare dove e a che ora volevo.

Mandai la mia candidatura pensando che forse non sarei nemmeno stato scelto, persone da tutto il mondo potevano applicare dato che il corso era in lingua inglese.

Invece, qualche giorno dopo, mi arrivò la email di conferma: ero stato scelto.

Ero eccitato all’idea di fare questo corso e allo stesso tempo spaventato perché non conoscevo la programmazione e perché il mio tempo era piuttosto limitato dato un lavoro full-time in cucina.

Ad ogni modo, ho cominciato questa nuova avventura e giorno dopo giorno, lezione dopo lezione, mi sono letteralmente innamorato del mondo della programmazione.

Scoprii qualcosa di nuovo su me stesso, la passione che avevo verso i linguaggi di programmazione, tecnologie che mi mettevano nella condizione di pensare in modo diverso ai problemi da risolvere e allo stesso tempo di creare qualunque cosa io volessi.

La programmazione per me è stata questo, il mio modo di esprimermi, di realizzare una mia idea personale.

Durante il periodo di questo corso decisi di cambiare vita, decisi che mi sarei iscritto all’università per studiare informatica e che quello sarebbe stato il mio lavoro.

 

Ho voluto condividere con te questa serata divertente e al ritmo di musica, nonché questa mia esperienza personale nel spingermi verso qualcosa che non avevo mai considerato prima, per dirti che lì fuori ci sono ancora tante cose che possiamo amare e che possono cambiare la nostra vita, sta solo a noi andarle a scoprire.

Per farlo basta solamente fare un passo verso una direzione che non abbiamo mai considerato prima, alimentando la nostra curiosità, sempre.

 

Così oggi potrebbe essere il giorno giusto per pensare a qualcosa di nuovo da fare, un luogo da vedere, un hobby, la possibilità di provare un lavoro che non hai mai fatto.

Se ti va fammi sapere com’è andata.

A presto.

Ieri Caterina mi ha portato al DOCS Rave.

Cos’è il DOCS Rave? Te lo spiego subito.

Per celebrare il raggiungimento di un milione di follower iscritti nel suo canale YouTube, Steven Bartlett ha organizzato una grande festa nella città di Londra.

Chi è Steven Bartlett? Steven Bartlett è un imprenditore britannico, diventato famoso per aver creato Social Chain ma soprattutto per il suo canale Diary of a CEO.

Se non ne hai mai sentito parlare siamo in due, onestamente nemmeno io lo conoscevo prima che Caterina, la mia compagna, arrivasse con due biglietti per il DOCS Rave. A quanto pare qui a Londra ero forse l’unico a non aver mai sentito il suo nome data la sua popolarità, sorry about that…

 

Ma torniamo a questo evento.

Qualche settimana fa Caterina torna con i biglietti di questo party organizzato nella serata di venerdì sera nella città di Londra, in un locale molto noto, il Troxy.

Il mio primo pensiero è stato “cosa c'entriamo noi con un party fatto di dj set e musica elettronica che andrà avanti per tutta la notte”.

Non ho dovuto nemmeno dire quello che stavo pensando che la mia compagna ha esordito con “è una cosa nuova, che di solito non facciamo, sicuro ci divertiamo”.

Conoscevo in qualche modo il motivo per cui Caterina aveva tra le mani quei biglietti dato che uno dei suoi obiettivi per il nuovo anno era fare e sperimentare cose nuove, e questa lo era a tutti gli effetti.

 

Nonostante questo continuavo a pensare a cosa c’entravamo noi con questo evento, un vero e proprio rave nel cuore della notte di Londra.

Io quasi quarant’anni, Caterina di qualche anno più giovane di me. E non è per la nostra età, perché non c’è un'età per andare ad un party del genere, è solo che frequentavamo questo genere di locali prima dei 30 anni, poi ad un certo punto abbiamo smesso di andare.

Insomma, era qualcosa di insolito a cui non avrei mai partecipato per mia volontà, convinto che non mi sarebbe piaciuto, ma i biglietti ormai erano lì e valeva la pena di vivere questa nottata londinese.

 

Siamo arrivati al Troxy che erano le 20:30 circa, faceva un freddo incredibile e fuori dal locale c’era già una notevole fila, tutta ordinata come è nello stile dei londinesi (non finirà mai di stupirmi l’organizzazione di questa città).

Le porte del rave aprivano alle 21 e quindi siamo rimasi più di 30 minuti fuori al freddo.

Intorno a me persone di tutte le età che aspettavano di entrare.

Durante l’attesa mi chiedevo ancora cosa stavamo facendo fuori da un locale come il Troxy.

Mi facevo questa domanda perché io sono una persona molto abitudinaria, con le giornate programmate per inseguire i miei obiettivi.

Mi piace fare e sperimentare cose nuove ma il più delle volte sono legate alla sfera di cose che a grandi linee conosco.

 

Alle 21 e qualche minuto eravamo dentro il locale, musica a tutto volume, gente che ballava ovunque, scenografie e divertimento.

Lo stesso Steven Bartlett si è esibito come dj per circa un’ora, a quanto pare mettere i dischi è una sua passione.

Non pensavo che avremmo potuto passare una serata del genere date le nostre abitudini di coppia e anche personali.

Siamo rientrati con Caterina a casa alle 2 passate, storditi dalla musica ma felici per questa avventura, un nuovo ricordo indelebile che la città di Londra ci ha regalato.

 

La mattina dopo mi sono svegliato ed ho cominciato a mettere nero su bianco questo articolo pensando a quanto non finiamo mai di conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda.

Questa era una lezione che già conoscevo ma che un semplice party con musica elettronica mi ha ricordato, e non tanto per l’evento in sé, ma per come sia bello fare e scoprire nuove cose.

Sia per me che per te, lì fuori ci sono ancora tante cose che non conosciamo e che vale la pena di scoprire e vivere.

E questo aspetto vale davvero per tutto, passioni, luoghi, libri, musica, persone, lavori, fino all’infinità che il mondo ci offre ogni giorno.

Quello che vorrei dirti con questo articolo è che spingerci a fare qualcosa di nuovo, uscendo anche dalla nostra zona di comfort è un modo per alimentare la nostra mente ed anche per trovare nuovi percorsi da intraprendere.

 

Il mondo lì fuori ci offre ogni giorno milioni di opportunità diverse, sta solo a noi decidere di fare un passo nel conoscere qualcosa di nuovo.

Ho parlato più volte nel mio blog personale di come a 30 anni mi sentivo insoddisfatto della mia vita e di come fossi alla ricerca di qualcosa di nuovo, di una strada da seguire, che poi è stata la vita nel mondo dell’informatica, cosa di cui ho parlato in Cambiare vita a 30 anni.

Ho sempre avuto la passione per le nuove tecnologie ma non ho mai scritto una linea di codice fino a 31 anni circa, forse 32.

Ricordo che in quegli anni avevo aperto un mio blog personale in cui scrivevo della mia esperienza di vita a Londra, il cui nome è ViaggIn.

Avevo fatto il sito in WordPress seguendo dei tutorial su YouTube e per guadagnare qualche soldo avevo messo dentro questo blog dei banner pubblicitari tramite la piattaforma Google AdSense.

Dopo qualche settimana dall’apertura del blog, mi arrivò una email da parte di Google che offriva a circa 30 mila persone la possibilità di fare un corso sulla piattaforma Udacity su HTML, CSS e JavaScript, in qualche modo le basi fondamentali che ogni web developer dovrebbe conoscere.

Fino a quel momento non avevo mai considerato l’idea di programmare, era un mondo che non mi aveva mai attratto più di tanto.

Ma il fatto di avere aperto questo blog personale in WordPress, alle volte mi metteva nella condizione di conoscere un po’ di HTML, CSS e JavaScript magari per integrare delle piccole cose che potevano migliorare il sito in sé.

Decisi di applicare per questo corso di Google, che aveva una durata di circa 3 mesi ma era interamente online, quindi lo potevo fare dove e a che ora volevo.

Mandai la mia candidatura pensando che forse non sarei nemmeno stato scelto, persone da tutto il mondo potevano applicare dato che il corso era in lingua inglese.

Invece, qualche giorno dopo, mi arrivò la email di conferma: ero stato scelto.

Ero eccitato all’idea di fare questo corso e allo stesso tempo spaventato perché non conoscevo la programmazione e perché il mio tempo era piuttosto limitato dato un lavoro full-time in cucina.

Ad ogni modo, ho cominciato questa nuova avventura e giorno dopo giorno, lezione dopo lezione, mi sono letteralmente innamorato del mondo della programmazione.

Scoprii qualcosa di nuovo su me stesso, la passione che avevo verso i linguaggi di programmazione, tecnologie che mi mettevano nella condizione di pensare in modo diverso ai problemi da risolvere e allo stesso tempo di creare qualunque cosa io volessi.

La programmazione per me è stata questo, il mio modo di esprimermi, di realizzare una mia idea personale.

Durante il periodo di questo corso decisi di cambiare vita, decisi che mi sarei iscritto all’università per studiare informatica e che quello sarebbe stato il mio lavoro.

 

Ho voluto condividere con te questa serata divertente e al ritmo di musica, nonché questa mia esperienza personale nel spingermi verso qualcosa che non avevo mai considerato prima, per dirti che lì fuori ci sono ancora tante cose che possiamo amare e che possono cambiare la nostra vita, sta solo a noi andarle a scoprire.

Per farlo basta solamente fare un passo verso una direzione che non abbiamo mai considerato prima, alimentando la nostra curiosità, sempre.

 

Così oggi potrebbe essere il giorno giusto per pensare a qualcosa di nuovo da fare, un luogo da vedere, un hobby, la possibilità di provare un lavoro che non hai mai fatto.

Se ti va fammi sapere com’è andata.

A presto.

Ieri Caterina mi ha portato al DOCS Rave.

Cos’è il DOCS Rave? Te lo spiego subito.

Per celebrare il raggiungimento di un milione di follower iscritti nel suo canale YouTube, Steven Bartlett ha organizzato una grande festa nella città di Londra.

Chi è Steven Bartlett? Steven Bartlett è un imprenditore britannico, diventato famoso per aver creato Social Chain ma soprattutto per il suo canale Diary of a CEO.

Se non ne hai mai sentito parlare siamo in due, onestamente nemmeno io lo conoscevo prima che Caterina, la mia compagna, arrivasse con due biglietti per il DOCS Rave. A quanto pare qui a Londra ero forse l’unico a non aver mai sentito il suo nome data la sua popolarità, sorry about that…

 

Ma torniamo a questo evento.

Qualche settimana fa Caterina torna con i biglietti di questo party organizzato nella serata di venerdì sera nella città di Londra, in un locale molto noto, il Troxy.

Il mio primo pensiero è stato “cosa c'entriamo noi con un party fatto di dj set e musica elettronica che andrà avanti per tutta la notte”.

Non ho dovuto nemmeno dire quello che stavo pensando che la mia compagna ha esordito con “è una cosa nuova, che di solito non facciamo, sicuro ci divertiamo”.

Conoscevo in qualche modo il motivo per cui Caterina aveva tra le mani quei biglietti dato che uno dei suoi obiettivi per il nuovo anno era fare e sperimentare cose nuove, e questa lo era a tutti gli effetti.

 

Nonostante questo continuavo a pensare a cosa c’entravamo noi con questo evento, un vero e proprio rave nel cuore della notte di Londra.

Io quasi quarant’anni, Caterina di qualche anno più giovane di me. E non è per la nostra età, perché non c’è un'età per andare ad un party del genere, è solo che frequentavamo questo genere di locali prima dei 30 anni, poi ad un certo punto abbiamo smesso di andare.

Insomma, era qualcosa di insolito a cui non avrei mai partecipato per mia volontà, convinto che non mi sarebbe piaciuto, ma i biglietti ormai erano lì e valeva la pena di vivere questa nottata londinese.

 

Siamo arrivati al Troxy che erano le 20:30 circa, faceva un freddo incredibile e fuori dal locale c’era già una notevole fila, tutta ordinata come è nello stile dei londinesi (non finirà mai di stupirmi l’organizzazione di questa città).

Le porte del rave aprivano alle 21 e quindi siamo rimasi più di 30 minuti fuori al freddo.

Intorno a me persone di tutte le età che aspettavano di entrare.

Durante l’attesa mi chiedevo ancora cosa stavamo facendo fuori da un locale come il Troxy.

Mi facevo questa domanda perché io sono una persona molto abitudinaria, con le giornate programmate per inseguire i miei obiettivi.

Mi piace fare e sperimentare cose nuove ma il più delle volte sono legate alla sfera di cose che a grandi linee conosco.

 

Alle 21 e qualche minuto eravamo dentro il locale, musica a tutto volume, gente che ballava ovunque, scenografie e divertimento.

Lo stesso Steven Bartlett si è esibito come dj per circa un’ora, a quanto pare mettere i dischi è una sua passione.

Non pensavo che avremmo potuto passare una serata del genere date le nostre abitudini di coppia e anche personali.

Siamo rientrati con Caterina a casa alle 2 passate, storditi dalla musica ma felici per questa avventura, un nuovo ricordo indelebile che la città di Londra ci ha regalato.

 

La mattina dopo mi sono svegliato ed ho cominciato a mettere nero su bianco questo articolo pensando a quanto non finiamo mai di conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda.

Questa era una lezione che già conoscevo ma che un semplice party con musica elettronica mi ha ricordato, e non tanto per l’evento in sé, ma per come sia bello fare e scoprire nuove cose.

Sia per me che per te, lì fuori ci sono ancora tante cose che non conosciamo e che vale la pena di scoprire e vivere.

E questo aspetto vale davvero per tutto, passioni, luoghi, libri, musica, persone, lavori, fino all’infinità che il mondo ci offre ogni giorno.

Quello che vorrei dirti con questo articolo è che spingerci a fare qualcosa di nuovo, uscendo anche dalla nostra zona di comfort è un modo per alimentare la nostra mente ed anche per trovare nuovi percorsi da intraprendere.

 

Il mondo lì fuori ci offre ogni giorno milioni di opportunità diverse, sta solo a noi decidere di fare un passo nel conoscere qualcosa di nuovo.

Ho parlato più volte nel mio blog personale di come a 30 anni mi sentivo insoddisfatto della mia vita e di come fossi alla ricerca di qualcosa di nuovo, di una strada da seguire, che poi è stata la vita nel mondo dell’informatica, cosa di cui ho parlato in Cambiare vita a 30 anni.

Ho sempre avuto la passione per le nuove tecnologie ma non ho mai scritto una linea di codice fino a 31 anni circa, forse 32.

Ricordo che in quegli anni avevo aperto un mio blog personale in cui scrivevo della mia esperienza di vita a Londra, il cui nome è ViaggIn.

Avevo fatto il sito in WordPress seguendo dei tutorial su YouTube e per guadagnare qualche soldo avevo messo dentro questo blog dei banner pubblicitari tramite la piattaforma Google AdSense.

Dopo qualche settimana dall’apertura del blog, mi arrivò una email da parte di Google che offriva a circa 30 mila persone la possibilità di fare un corso sulla piattaforma Udacity su HTML, CSS e JavaScript, in qualche modo le basi fondamentali che ogni web developer dovrebbe conoscere.

Fino a quel momento non avevo mai considerato l’idea di programmare, era un mondo che non mi aveva mai attratto più di tanto.

Ma il fatto di avere aperto questo blog personale in WordPress, alle volte mi metteva nella condizione di conoscere un po’ di HTML, CSS e JavaScript magari per integrare delle piccole cose che potevano migliorare il sito in sé.

Decisi di applicare per questo corso di Google, che aveva una durata di circa 3 mesi ma era interamente online, quindi lo potevo fare dove e a che ora volevo.

Mandai la mia candidatura pensando che forse non sarei nemmeno stato scelto, persone da tutto il mondo potevano applicare dato che il corso era in lingua inglese.

Invece, qualche giorno dopo, mi arrivò la email di conferma: ero stato scelto.

Ero eccitato all’idea di fare questo corso e allo stesso tempo spaventato perché non conoscevo la programmazione e perché il mio tempo era piuttosto limitato dato un lavoro full-time in cucina.

Ad ogni modo, ho cominciato questa nuova avventura e giorno dopo giorno, lezione dopo lezione, mi sono letteralmente innamorato del mondo della programmazione.

Scoprii qualcosa di nuovo su me stesso, la passione che avevo verso i linguaggi di programmazione, tecnologie che mi mettevano nella condizione di pensare in modo diverso ai problemi da risolvere e allo stesso tempo di creare qualunque cosa io volessi.

La programmazione per me è stata questo, il mio modo di esprimermi, di realizzare una mia idea personale.

Durante il periodo di questo corso decisi di cambiare vita, decisi che mi sarei iscritto all’università per studiare informatica e che quello sarebbe stato il mio lavoro.

 

Ho voluto condividere con te questa serata divertente e al ritmo di musica, nonché questa mia esperienza personale nel spingermi verso qualcosa che non avevo mai considerato prima, per dirti che lì fuori ci sono ancora tante cose che possiamo amare e che possono cambiare la nostra vita, sta solo a noi andarle a scoprire.

Per farlo basta solamente fare un passo verso una direzione che non abbiamo mai considerato prima, alimentando la nostra curiosità, sempre.

 

Così oggi potrebbe essere il giorno giusto per pensare a qualcosa di nuovo da fare, un luogo da vedere, un hobby, la possibilità di provare un lavoro che non hai mai fatto.

Se ti va fammi sapere com’è andata.

A presto.

DOAC Rave a Londra